mercoledì 17 novembre 2010

Le Interviste: Intervista a Gualtiero Cannarsi, direttore del doppiaggio dei film dello Studio Ghibli

Ecco a Voi una nuova intervista effettuata con l'aiuto degli amici del Metalrobot forum.. L'intervista è stata fatta alla Sig. Gualtiero Cannarsi.

Noi dello Staff di MetalRobot non ci fermiamo mai, neanche con il freddo :P e perciò eccoVi una nuova intervista: questa volta abbiamo deciso di intervista il Sig. Gualtiero Cannarsi,collaboratore prima di alcune case editrici ed ora direttore del doppiaggio (fra cui nell'ultimo periodo dei film dello Studio Ghibli).

Lo Staff di MetalRobot ringrazia infinitamente il Sig. Gualtiero Cannarsi per la disponibilità ed il tempo dedicatoci per questa intervista, dimostrandosi una persona gentilissima e cordiale.


METALROBOT: Salve Sig. Gualtiero Cannarsi, prima di iniziare con le domande vorrei ringraziarLa per la disponibilità e per il tempo concesso per questa intervista.


Gualtiero Cannarsi: Il piacere è mio, e ringraziandoVi a mia volta mi scuso per la lungaggine con cui sono riuscito a rispondere alle Vostre domande.


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Origini e trascorsi professionali
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1. METALROBOT: Come è nata la Sua passione per gli anime ed i manga?

Gualtiero Cannarsi: Come molti miei coetanei, ho amato i cartoni animati giapponesi sin da bambino, quando a partire dai tardi anni '70 si ebbe in Italia una 'prima invasione' del genere. Arrivato ai primi anni del liceo, e ai primi anni '90, cominciò la cosiddetta 'seconda invasione', quando cioè i fumetti e i cartoni animati giapponesi iniziavano a venire proposti e scoperti per la loro vera matrice di provenienza: il Giappone. Questo scatenò in me un'ulteriore passione, più adulta di quella infantile, che mi travolse portandomi ad approfondire ogni aspetto della materia.

2. METALROBOT: Prima di approdare nel mondo del doppiaggio aveva già avuto dei trascorsi nel mondo degli anime e dei manga?

Gualtiero Cannarsi: Sì. Originariamente, nei primi anni '90 appunto, incominciai a collaborare con Granata Press a livello redazionale, scrivendo ogni genere di testi, da articoli a cartelle stampa. Poi mi venne richiesto di occuparmi della supervisione dei dialoghi di doppiaggio. E quindi approdai anche in sala di doppiaggio.


3. METALROBOT: Come mai ha scelto di approdare proprio nel mondo del doppiaggio?

Gualtiero Cannarsi: Non posso dire di averlo scelto. Direi che è capitato per caso, essenzialmente perché venne richiesta una mia supervisione, e poiché fu apprezzata, parallelamente alla mia acquisizione di esperienza venne sempre più esteso il mio ambito di competenza.


4. METALROBOT: Durante la Sua carriera nel mondo del doppiaggio, Le è mai capitato di doppiare personalmente?

Gualtiero Cannarsi: Capita a volte che negli anime ci siano versi davvero esagerati, magari di mostri vari, che costerebbero a un doppiatore professionista molto dolore di gola. Siccome io non lavoro con la gola come loro, a volte mi è capitato di farli in prima persona, per agevolare lo scorrere di un turno di doppiaggio. Per esempio, in alcune scene di Evangelion i versi dell'Eva-01, non potendosi 'prendere' dall'originale, sono stati incisi da me. È il caso, ad esempio, della fine dell'episodio 19, Battaglia da uomo.


5. METALROBOT: Oltre all'animazione giapponese, ha lavorato su prodotti con attori in carne ed ossa?

Gualtiero Cannarsi: Sì, in primis su un film che amo molto, ovvero Battle Royale. Come adattatore dei dialoghi ho poi scritto i testi italiani per Casshern, per Premonition e per Infection (due horror). Come direttore del doppiaggio mi è capitato di occuparmi di un film con Zac Efron, intitolato The Derby Stallion.



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Sul lavoro del doppiaggio
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6. METALROBOT: Lei ricopre i ruoli di adattatore dialoghista e di direttore del doppiaggio. Cosa comportano in particolare? Quali sono le loro rispettive difficoltà e/o reciproche differenze?


Gualtiero Cannarsi: Se immaginiamo il processo completo della 'localizzazione' di un'opera audiovisiva straniera, l'adattamento dei testi e quindi la ri-recitazione del doppiaggio non sono che due fasi fra loro consecutive di un medesimo processo. A mio modo di vedere e lavorare, devono essere guidate dal medesimo referente assoluto: l'opera originale, ovvero la fedeltà a quella. Il doppiaggio serve solo a rendere in una nuova lingua un'opera che esiste già, compiuta e completa, nella sua lingua propria. Ovviamente, poiché scrivere un testo e dirigere degli attori doppiatori che lo interpretano sono cose molto diverse, anche l'attuazione nei due ambiti di una logica comune si esplicita in metodi di lavoro differenti. In particolare, mentre dinanzi a un testo si è soli, e si ha la gestione del proprio tempo, in sala di doppiaggio si lavora con altre persone, e il tempo è scadenzato. Mentre nello scrivere un testo si tratta di capire appieno l'originale per poterlo rendere nell'adattamento, dirigendo dei doppiatori si tratta di far comprendere loro quell'originale, che parla e si esprime in una lingua per loro sconosciuta, e che loro (i doppiatori) non hanno neppure la possibilità di vedere interamente. Si tratta quindi di portare dei professionisti a recitare dei personaggi spiegandogli man mano ogni sfumatura tramite il loro stesso testo dialogico, non a priori. Forse questa è la cosa più difficile.


7. METALROBOT: L’adattamento di un'opera varia in base al genere (per esempio il luogo e tempo storico di ambientazione, la cultura di riferimento, ecc.), oppure tende ad essere un mero passaggio linguistico? Lei come ritiene che debba essere effettuato questo passaggio, soprattutto sulla base della Sua esperienza?

Gualtiero Cannarsi: L'ambito di variazione linguistica di ogni traduzione dovrebbe sempre essere inteso all'interno della letteralità. Quindi, sempre restando fedeli al testo originale sin nei suoi dettagli, potrà esserci una certa gamma di varianza di sfumatura di tono, registro linguistico e quant'altro. Peraltro, anche queste cose vanno considerate in riferimento all'originale. Più che valutare, ad esempio, se un anime ha un'ambientazione storica, bisogna valutare se il doppiaggio originale di quell'anime parla in un giapponese moderno o in qualche modo classico. Queste sono scelte del regista, non del direttore di un doppiaggio straniero. Il doppiaggio deve sempre seguire l'originale.


8. METALROBOT: Per la scelta dei doppiatori, Lei si basa sull'aderenza vocale della controparte originale, oppure sulla maggiore adattabilità delle voci italiane al personaggio?

Gualtiero Cannarsi: Mi baso sul primo di questi fattori, e poi sull'aderenza della gamma recitativa del doppiatore italiano selezionato rispetto alla gamma espressiva dell'originale. L'adattabilità della voce italiana al personaggio è, credo, un concetto del tutto insensato. Dato che il personaggio è costituito e caratterizzato anche dalla sua voce originale, e non esiste in forma avulsa da quella. Anche la voce originale di ogni personaggio, così come la sua resa recitativa, è un canone assoluto dell'opera originale.


9. METALROBOT: In molti disprezzano il doppiaggio, ritenendo che vada a inficiare l'opera originale, o che spesso porti a una non completa aderenza a quest'ultima, e sono per questo a favore dell'uso dei sottotitoli. Lei cosa pensa a riguardo di simili affermazioni?

Gualtiero Cannarsi: Purtroppo sono fondate, e sono fondate perché la nostra tradizione di doppiaggio, dico quella italiana, ha poco rispetto per l'originale. Ripeto: il doppiaggio serve. Il doppiaggio non ha un valore assoluto. È solo uno strumento. L'opera è l'opera originale, punto. La sua versione doppiata non è che un falso d'autore utile a chi non conosce la lingua dell'originale. Se è fatto bene, ovvero è fedele nei testi e nelle rese recitative, allora fa del bene, poiché permette di fruire audiovisivamente un'opera audiovisiva. Se è fatto male, ovvero non è fedele all'originale, non serve a nulla e non ha dignità di esistere. Sicuramente dei sottotitoli fedeli sono preferibili a un cattivo doppiaggio. Al contrario, credo che un buon doppiaggio sia meglio anche di buoni sottotitoli, poiché permette di fruire l'unicum di un anime, con tutta la sua portata emotiva, inevitabilmente inficiata dalla dissociazione tra la percezione delle immagini e quella del dialogo. Ma anche così, anche nel caso di un buon doppiaggio, non è che l'opera doppiata sostituisca l'originale, come sovrascrivendolo. Al contrario, la versione doppiata resta solo una 'copia d'utilizzo', nulla più.


10. METALROBOT: Quando Le viene presentato un prodotto, prima di iniziare i lavori veri e propri tende a documentarsi ed a effettuare approfondimenti sull'opera in modo tale da avere una visione più completa dell'opera su cui andrà a lavorare?

Gualtiero Cannarsi: Sì, eventualmente anche per dei mesi. Inoltre cerco di documentarmi sugli autori, sui doppiatori, sulle tematiche dell'opera. Cerco di condurre un'indagine ermeneutica genuina che mi avvicini all'opera e al suo mondo. Nel periodo di studio e lavoro per un'opera, tendenzialmente non ascolto che la sua colonna sonora e in alcuni casi cerco anche di avvicinarmi sensualmente ad essa. Per esempio prima di doppiare Totoro mi diedi a una lunga passeggiata nei boschi, dove raccolsi castagne. Soprattutto ne trovai di minuscole, più piccole di ghiande. Mi parvero un tesoro, dei gioielli, e le raccolsi per poi conservale in un sacchettino, tipo omamori. E così potei empatizzare con lo stupore di Satsuki e Mei che aprono il fagottino di ghiande e semi donato loro da Totoro.


11. METALROBOT: È cosa nota che Miyazaki Hayao ritiene molto importante il doppiaggio, considerandolo parte integrante delle sue opere. I provini o le voci italiane vengono presentate anche allo Studio Ghibli? E da parte di questi ultimi ci sono delle clausole sulla scelta delle voci?

Gualtiero Cannarsi: Sì, i provini di doppiaggio per i film dello Studio Ghibli vengono sempre presentati allo Studio, che sceglie liberamente. Tuttavia, a differenza di molti altri referenti (soprattutto major americane), dallo Studio Ghibli è sempre richiesto un dialogo con la controparte italiana, in questo caso me, che indica le peculiarità di ogni doppiatore per come ha recitato durante il provino. Potremmo dire che le scelte, benché teoricamente rimesse allo Studio Ghibli, sono concertate. In alcuni casi, quando più di un provino viene ritenuto soddisfacente, la scelta mi è liberamente rimessa, e spesso io per mia parte torno a concertarmi con lo Studio. In altri casi dallo Studio Ghibli mi hanno sorpreso scegliendo provini che io, per mia parte, non avrei selezionato. Ma a doppiaggio eseguito, sinora mi sono sempre ritrovato a dare ragione alle loro scelte.



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Sull'animazione giapponese
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12. METALROBOT: Secondo Lei cosa rende così particolari i film dello Studio Ghibli? Come mai molti sono "rapiti" dai film prodotti da questo studio d'animazione?

Gualtiero Cannarsi: In Giappone come in Italia, i film dello Studio Ghibli hanno innanzitutto il fascino stilistico del tradizionale, che ovviamente fa presa per quel senso di ritorno all'infanzia che induce nello spettatore. Nel caso dei film di Miyazaki Hayao, che in effetti sono quelli che catalizzano davvero l'attenzione dello spettatore a mo' di 'rapimento', c'è quindi da sottolineare il tremendo immaginifico dell'autore, la sua capacità di creare delle immagini visuali in cui il pubblico è indotto a immergersi, perdersi, rifugiarsi.


13. METALROBOT: Cosa pensa in merito alle censure negli anime? Le considera un'offesa a chi ha pensato e profuso lavoro su un'opera? Inoltre, ritiene che vadano a inficiare l'idea generale che se ne farà il fruitore finale?

Gualtiero Cannarsi: Ho sempre creduto che se si deve fare una cosa male, allora è meglio non farla. Ovvero che 'niente' sia meglio di 'male'. Quindi è chiaro che se la pubblicazione di un'opera straniera deve comportare la sua alterazione, per me è semplicemente una cosa da non farsi. Non si è obbligati a pubblicare qualcosa. Non si è obbligati a vedere tutto. La società contemporanea vorrebbe farci credere il contrario, ma credo sia una bugia e un inganno. Le censure degli anime sono senz'altro un modo per disdegnare un'opera di altrui ingegno, e cosa più grave vanno senz'altro a inficiare l'idea che il pubblico si fa di quell'opera. Purtroppo, poiché per l'essere umano il gusto è soprattutto inconscia abitudine, il pubblico si attacca e si affeziona anche agli errori, qualora essi siano stati sorbiti ingenuamente, tipicamente nell'infanzia. Si vede bene, dunque, quanto sia grave pubblicare un'opera in un'edizione non fedele all'originale: se ne stravolge e deturpa la percezione nel pubblico, in molti casi per sempre.


14. METALROBOT: Cosa comporta il vedere film d'animazione al cinema per un paese come l'Italia? Potrebbe essere un'occasione in più per diffondere gli anime a un più vasto pubblico nostrano?

Gualtiero Cannarsi: Fruire un'opera straniera nella sua genuinità è sempre un'occasione d'incontro col diverso, ovvero col prodotto di un'altra cultura. In questa occasione risiede la possibilità dell'arricchimento umano, dato che ci si può arricchire interiormente solo venendo a contatto con ciò che essendo diverso da noi può darci qualcosa di nuovo. Non so se questo possa essere un'occasione in più per diffondere gli anime a un vasto pubblico nostrano, ma soprattutto non credo che 'diffondere gli anime a un vasto pubblico nostrano' possa essere uno scopo, un obiettivo. Non si tratta di fare proseliti. Si tratta di comprendere davvero quel che si guarda.



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Curiosità e pettegolezzi
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15. METALROBOT: Per i fan dello Studio Ghibli, forse una delle notizie più importanti di questo periodo è stata la “Retrospettiva sullo Studio Ghibli” presentata presso il Festival Internazionale del Film di Roma, curata proprio da Lei. Nell’elenco figurano alcuni film ancora inediti e altri che già sono giù qui in Italia. Infine, sempre al Festival Internazionale del Film di Roma è stato presentato anche Karigurashi no Arrietty, l'ultimo film dello Studio Ghibli. Secondo Lei, tutto questo potrebbe dare la possibilità di vedere finalmente tutto il parco titoli dello Studio Ghibli qui in Italia o almeno i film più rappresentativi che forse in passato non hanno goduto di un buon trattamento?

Gualtiero Cannarsi: Lucky Red ha già palesato nei fatti la sua seria intenzione di proporre il catalogo dello Studio Ghibli, distribuendo persino al cinema dei film con due decadi sulle spalle quali Totoro e Porco Rosso, e presto pubblicando in home-video un film difficile come Ponpoko. Sicuramente la rassegna che ho curato in seno al Festival è stata l'occasione per presentare un percorso di conoscenza reale dei film dello Studio Ghibli. Lo scopo non era tanto quello di 'far vedere i film', quanto quello di fornire una prospettiva più genuina per guardarli. Per me, è stato bello soprattutto poter presentare per la prima volta Mononoke Hime e Sen to Chihiro no Kamikakushi con titoli e adattamenti fedeli all'originale, ovvero La principessa spettro e La sparizione di Chihiro e Sen. Com'è noto, questi film sono stati pubblicati in Italia con pesanti alterazioni di testi e contenuti originali, e per me si è trattato del primo passo verso la correzione di quegli scempi.


16. METALROBOT: Tra tutte le opere alle quali ha lavorato ce ne è stata una dalla quale ha tratto più soddisfazioni?

Gualtiero Cannarsi: Ponpoko, senz'altro l'opera più complessa su cui io abbia mai lavorato, mi ha regalato grande soddisfazione. Ma in effetti lo stesso può dirsi per tutti i film dello Studio Ghibli su cui ho lavorato per Lucky Red, che sposando la mia visione del doppiaggio e fornendomi le necessarie risorse di lavorazione, mi ha permesso di realizzare doppiaggi che ritengo essere 'meritevoli di esistere'. Oltre ai film dello Studio Ghibli, anche il doppiaggio di Battle Royale è a mio avviso piuttosto riuscito, come pure quello di Gunslinger Girl, quello di Lei l'arma finale, nonché quello di FLCL e di Abenobashi. Storicamente, devo dire che molta soddisfazione mi è venuta dal doppiaggio della serie di Evangelion, anche se a vederla oggi vorrei rifarla non dico daccapo, ma quasi.


17. METALROBOT: A quale opera le sarebbe, invece, piaciuto lavorare?

Gualtiero Cannarsi: Onestamente mi vengono subito in mente i film 'originali' (non i remake) di Evangelion, poi il film di Lupin intitolato Il castello di Cagliostro, e ancora la serie animata originale e il primo film di Macross, nonché la serie animata di Nadia nel mare delle meraviglie. Più recentemente, la serie animata di La melanconia di Suzumiya Haruhi.


18. METALROBOT: Ci sono delle opere che dopo averle viste ha pensato: "se ci avessi lavorato io ne sarebbe uscito sicuramente un prodotto un po' migliore"?

Gualtiero Cannarsi: Direi che non sarebbe carino da parte mia rispondere a questa domanda. Suppongo che la domanda andrebbe rivolta a chi apprezza il mio modo di lavorare.


19. METALROBOT: Ha un Suo anime/manga preferito in assoluto?

Gualtiero Cannarsi: Ne ho svariati, ovvero ho un mio personale olimpo delle opere 'che mi piacciono sempre'. Qui si trovano Nausicaä , Majo no Takkyuubin e Porco Rosso di Miyazaki Hayao, ma anche Ponpoko di Takahata Isao, o ancora Punta al Top! - GunBuster, Nadia nel mare delle meraviglie, Evangelion e Abenobashi della GAiNAX. E sicuramente altri che non mi vengono in mente al momento. Come manga, personalmente adoro La maschera di vetro di Miuchi Suzue e i manga di Adachi Mitsuru, in particolare Rough.



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Per concludere...
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20. METALROBOT: Il doppiaggio di Porco Rosso è terminato, e il film è nelle sale. All'inizio dell'anno prossimo uscirà Ponpoko, anch'esso ormai doppiato e ascoltato al Festival Internazionale del Film di Roma. A tal proposito è possibile conoscere i nomi dei doppiatori per i personaggi di questi film?

Gualtiero Cannarsi:
Ma certamente! Allora, per Porco Rosso:

Massimo Corvo (Porco Rosso)
Joy Saltarelli (Fio Piccolo)
Roberta Pellini Gina)
Fabrizio Pucci (Donald Curtis)
Paolo Buglioni (Boss dei Mamma Aiuto)
Paolo Marchese (Primufficiale dei Mamma Aiuto)
Armando Bandini (Nonno Piccolo)
Roberto Draghetti (Boss Francese)
Gerolamo Alchieri (Boss Siciliano)
Carlo Reali (Boss Austroungarico)
Massimo De Ambrosis (Arturo Ferrarin)
Elena Magoia (Nonnetta Piccolo)
Franco Mannella (Paparazzo)
Luigi Ferraro (Fuciliere dei Mamma Aiuto)

Altre voci:
Agnese Marteddu, Ambrogio Colombo, Marco Baroni, Gianfranco Miranda, Edoardo Nordio, Emidio Lavella, Stefano De Filippis, Mattia Nissolino, Bruno Conti, Cinzia Sartorello, Stefano Billi, Vladimiro Grana, e tanti altri nomi che la mia tremenda memoria per i nomi mi impedisce di ricordare all'impronta.

Per Ponpoko, invece:

Narratore: Carlo Valli

Shokichi: Paolo Vivio
Okiyo: Gemma Donati

Gonta: Marco De Risi
Otama: Micaela Incitti

Ponkichi: Gabriele Patriarca
Hanako: Giulia Tarquini

Tamasaburo: Marco Vivio
Koharu: Eva Padoan
Bunta: Gianluca Crisafi
Sasuke: Omar Vitelli
Hayashi: Manfredi Aliquò

Oroku: Marzia Ubaldi
Tsurukame: Dante Biagioni
Seizaemon: Saverio Moriones

Kincho VI: Paolo Lomdardi
Tasaburo Hage: Enzo Garinei
Inugami Gyobu: Giorgio Favretto

Ryutaro: Oreste Baldini
Presidente: Ambrogio Colombo
Politico: Giancarlo Padoan
Presentatore: Nicola Braile
Poliziotto: Marco Baroni
Inviato TV: Gianfranco Miranda
Telegiornalista: Edoardo Nordio
Telegiornalista: Alessandro Pala
Suzuki: Oliviero Dinelli
Avventore-A: Goffredo Matassi
Avventore-B: Pieraldo Ferrante
Spiritello: Tito Marteddu
Spiritella: Angese Marteddu

Altre voci:

Paolo Marchese, Daniele Valenti, Carlo Scipioni, Valeria Vidali, Ruggero Valli, Arturo Valli, Vladimiro Grana, Luciano Turi, Alessandro Ballico, Alessandro Budroni, Rossella Celindano, , e molti, molti, molti altri i cui nomi come al solito non riesco a ricordare...



METALROBOT: Ringrazio ancora il Sig. Gualtiero Cannarsi per la disponibilità e colgo l'occasione per augurarLe un buon lavoro ed una buona giornata.


Gualtiero Cannarsi: Sono io che ringrazio per lo spazio e l'interesse concesso al mio lavoro, e auguro a tutti i vostri lettori una buona visione!

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